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Armagnac

I secolo a.C.

Le legioni romane importano la viticoltura nelle Provincie della Gallia, l’odierna Francia.

XIV secolo

Le prime testimonianze dell’esistenza dell’Armagnac giungono da Vital Dufour, frate francescano, elenca 40 benefici terapeutici dei questa “acqua ardente”.

1411-1444

Sono numerose le testimonianze del commercio e del consumo di acquavite. La produzione è concentrata nei conventi, e viene offerta ai pellegrini diretti a Santiago de Compostela, come corroborante per il lungo viaggio.

XVII secolo 

Inizia un fiorente commercio con l’Olanda, la cui flotta commerciale era alla continua ricerca di acquavite, per alimentare l’industria del “jenever” prodotto in patria. Il distillato inizia ad essere trasportato in botti di legno, con un evidente miglioramento del gusto e del profilo aromatico.

XIX secolo

La regione dell’Armagnac interrompe il commercio con l’Olanda e si dedica alla produzione per il mercato interno, impiantando un’ampia superficie di vigneti destinata unicamente alla produzione di acquavite.

Inizio del ‘900

L’avvento della fillossera distrugge quasi la totalità dei 100.000 ettari di vigneto. Di questi ne verranno impiantati solo un quarto, rendendo l’acquavite dell’Armagnac un prodotto di nicchia.

Le uve che danno origine al vino da distillare sono un mélange di vitigni a bacca bianca. Le percentuali indicano la superficie vitata dell’area e non la composizione della cuvee:

  • Ugni Blanc (Trebbiano) per il 75%
  • Baco (incrocio fra Folle Blache e Noah) per il 20%
  • Colombard per il 4% 
  • Folle Blanche per l’1%.
  • Il disciplinare non dà nessuna indicazione sulla diffusione dei vitigni nelle varie aree.

 

 

Il vino utilizzato per la produzione di Armagnac è un vino bianco, caratterizzato da basso grado alcolico ed elevata acidità. Per la distillazione si utilizza una colonna a basso grado, che ha quindi un ridotto numero di piatti. La particolarità di questi apparecchi è di usare lo stesso vino come liquido refrigerante del serpentino, in modo che si scaldi prima di essere immesso nella caldaia della colonna. Questo sistema permette un risparmio energetico, introducendo il vino già caldo a poco meno di 70°C, all’interno della caldaia dell’alambicco. Durante questo pre riscaldamento si elimina anche l’alcol metilico. Oggi alcune distillerie preferiscono evitare questo processo poiché pensano che il lungo riscaldamento “bruci” qualche profumo. Ed il metilico si elimina pertanto con dei rubinetti di presa nella parte alta della colonna. Con questo tipo di alambicco, detto armagnacais, si produce il 95% di Armagnac. Il restante 5% viene prodotto con distillazione in discontinuo, avvalendosi di alambicchi chiamati ancestral.

La gradazione alcolica di uscita dalla colonna da disciplinare europeo deve essere superiore a52% ed inferiore a72,4% a volume. Nel caso del discontinuo passiamo a 65% a volume per la minima mentre la massima non varia.

 

 

L’Armagnac può essere commercializzato dopo 12 mesi di invecchiamento in legno.
Per i prodotti commerciali l’armagnac utlizza gli acronimi del cognac che potrete leggere nel paragrafo successivo, dove il VS ha la botte più giovane della cuvee di 2 anni, mentre nel VSOP passa a 4 e nell’XO a 10.
Si utilizza la pièce (botte) armagnacaise da 420 litri, prodotta con legni esclusivamente di quercia Sessile o Peduncolata, provenienti dai boschi dell’Aquitania che qui hanno la particolarità di avere una fibra rosa. Ma il disciplinare non vieta l’uso delle classiche barrique di legno di quercia francese, soprattutto di Limousin.

Sempre da disciplinare è possibile l’aggiunta di caramello per equiparare il colore delle partite e di zucchero fino a un massimo di 20 g per litro. Si può inoltre diluire il distillato fino alla gradazione desiderata, utilizzando acqua in cui sono stati posti in infusione trucioli di legno.
Dopo 10 anni di invecchiamento l’armagnac può essere posto in vendita anche con il millesimo della vendemmia. Questa tipo di classificazione rappresenta la tradizione più vera dell’armagnac. I produttori tradizionali infatti amano far “leggere” l’annata al proprio consumatore fedele.
Ovviamente questo trattamento viene riservato solo ai millesimi più importanti qualitativamente e solo per una parte della produzione poiché i tempi di attesa sono piuttosto lunghi e risulta più commerciale lavorare con gli acronimi del cognac. 

 

L’Armagnac presenta tre menzioni geografiche, che corrispondono a zone distinte di questa regione:

  • Bas Armagnac
  • Armagnac Ténarèze
  • Haut Armagnac

La suddivisione è stata creata in base alla composizione del terreno che viene ha come particolarità la composizione detta sabbia rossa per via della presenza di ossido di ferro. 

I diversi blend vengono commercializzati con specifiche sigle, normate e definite, evitando i numerosi nomi di fantasia utilizzati nel vicino Cognac.

Blanche Armagnac : è una versione senza invecchiamento introdotta nel 2005.  Viene fatta riposare per tre mesi in acciaio dove viene refrigerata ed abbassata di grado per esaltare i toni fruttati. Questa tipologia secondo molti produttori rappresenta il recupero ancestrale della tradizione quando i distillati erano bevuti senza invecchiamento

Tre Stelle o VS: il blend contiene botti che hanno compiuto i 24 mesi di invecchiamento. Solitamente sono presenti anche botti più vecchie che hanno il compito di rendere più morbido il distillato, ma rimane il fatto che per la classificazione fa fede la botte più giovane.

V.S.O.P. (VerySuperiorOld Pale):“Molto superiore vecchio ambrato”, questo distillato viene assemblato utilizzando botti con un minimo di 4 anni. 

XO(Extra old): “Extra vecchio” o “Extra invecchiato”. Dal 2018 il disciplinare ha approvato un aumento dell’invecchiamento per la botte più giovane che passa da 6 a 10 anni. 

Hors D’age: “Senza Età”, questo è il titolo che spetta ai blend di distillati con la botte più giovane con più di 10 anni. 

 

L’Armagnac può accompagnare dessert a base di cacao amaro, torta mele con cannella e miele. L’abbinamento con la fine speziatura  ben si sposa con la persistenza di prodotti VSOP o XO.

Carni dal sapore deciso, quali cacciagione, o tagli grassi, cucinati con spezie o comunque marinati, ben si sposano con questo distillato la cui gradazione controbilancia l’untuosità di questi piatti.

In Aquitania alcuni ristoranti propongono anche l’abbinamento del Blanche, fresco di frigo, o un vintage.

 

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