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Berlin Bar Convent 2016

_igp8595-flickrcs-sitoIl Berlino Bar Convent si conferma sempre la manifestazione europea dove esserci, dove, di fatto, si raggruppano la maggior parte delle aziende e dei barman europei per eventi, seminari e feste.
Con le dovute differenze Berlino rappresenta la risposta al Tales di New Orleans che mantiene comunque, per la sua meccanica e la ricchezza degli eventi lo scettro dell’evento a cui non si può mancare.
_igp9398-flickrcs-sitoLa massa di persone intervenuta, al di la, credo, delle aspettative degli organizzatori ha però creato qualche disservizio e lamentela che ha minato la solita efficienza teutonica, specie sul finire della giornata quando sporcizia e ritiro degli effetti personali al guardaroba sono andati fuori controllo.
Venendo alle cose positive, a Berlino le novità sono state non molte ma significative.
Come sempre Italiani sugli scudi con i grandi classici come gli amari fra cui spiccava Lucano con al banco Agostino Perrone e Luca Cinalli, freschi di premiazioni per i migliori bar al mondo, e poi grappe, gin e vermouth, con la novità di Chazalettes, riportato in luce dalla famiglia Bava, e Q Vermouth dell’amico Oscar Quagliarini.
_igp0072-flickrcs-bannerNello stand del nuovo vermouth trovava spazio anche Imea Gineprina d’Olanda, fresca di importazione in Germania e presto negli Stati Uniti.
Gin italiani e Vermouth presenti in maniera massiccia con il sempreverde Cocchi, il rinnovato Riserva Carlo Alberto, il classico Bordiga, e Turin Vermouth con Simone Caporale al banco a proporre il suo zucchero filato aromatizzato al pomodoro, in unione con il Dry. Sempre ben frequentato lo stand Campari con numerose presenze, barman internazionali ed bellissime hostess.
La presenza italiana segnalava anche il debutto ufficiale al Convent di Farmily, il distillato trasversale, non è un gin ma neanche una vodka aromatizzata secondo il suo creatore Flavio Angiolillo, vulcanico ideatore di format e locali che propone il suo prodotto in interessanti cocktail eseguiti da Francesco Bonazzi, torinese, emigrato al Mag di Milano.
_igp9699-flickrcs-sitoParlando di questioni internazionali, innanzi tutto a differenza delle ultime 4 edizioni dove si aveva sempre un distillato ospite, ricordiamo Tequila, Mezcal, Pisco, Soshu, e Cachaca delle ultime 4 edizioni, quest’anno a far la parte del leone, un fermentato, la Birra.
Sicuramente una tendenza in ascesa quella dei microbirrifici che anche in Italia ha grosso seguito e ottimi interpreti.
_igp8747-flickrcs-sitoNon mancano ovviamente i grandi classici, come Pilsener Urquell ed i colossi tedeschi che qui giocano in casa.
Pensando anche alle scorse edizioni manca una rappresentanza ufficiale di molte aziende di tequila e mezcal.
I prodotti sono presenti, ma all’interno degli importatori o di progetti tematici, come la selazione de “La Punta” dei ragazzi del Jerry Thomas. Fra gli assaggi sempre ottimo l’Ancho Reyes, il liquore a base di peperoncino piccante e distillato di agave con leggera tendenza dolce e piccantezza ben dosata, e Nuestra Soledad un mezcal artigianale di ottima fattura ed Atenco.
_igp8815-flickrcs-sitoIl Pisco, dopo due anni di presenza è quasi scomparso, segno che i gli importatori europei, fini conoscitori dei distillati da vino reputano il pisco si interessante, ma non in grado di ritagliarsi importanti quote di mercato.
Lo stesso dicasi per il Soshu che rimane presente solo in alcuni importatori ma che ha perso lo stand monoprodotto, mentre si segnala un ritorno, l’ennesimo, del sake.  Le fabbriche, molte delle quali sconvolte dal disastro dello tsunami e di Fukushima stanno faticosamente riprendendo la produzione ed hanno a disposione i budget statali per cercare di ritornare sul mercato.
Il distillato padrone, come in Italia è apparso il gin, con proposte europee, molte delle quali di ottima qualità, e sudamericane con prodotti peruviani, messicani (su base mezcal) e brasiliani.
_igp8966-flickrcs-sitoSpezie ed erbe di queste aree creano interessanti bouquet che però sembrano particolarmente dolci e troppo profumati per i palati europei, abituati a fragranze balsamiche più connotate.
Il whisky sembra risorto e pronto ad essere la novità del 2017 con molte aziende in grande spolvero, americane e scozzesi in primis, senza dimenticare gli ottimi giapponesi, vera mania degli ultimi anni, ed irlandesi.
Molte le proposte anche dall’Europa continentale con tedeschi, austriaci e francesi ma il cui carattere sembra però lontano dal carattere degli originali.
Se volete vedere tutte le foto il consiglio è di cliccare su Flickr
http://bit.ly/2gO5RW5
oppure il bel video al link sul Canale Saperebere

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