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BERLIN BAR CONVENT 2015

convent italian cornerIl Bar Convent di Berlino si conferma come, almeno a giudizio dello scrivente, il miglior bar show europeo per numero di aziende, presenze e contenuti.
Come sempre molto qualificata e folta la presenza italiana sia come aziende che come barman, cuochi e camerieri residenti in Italia ed all’estero.
Per continuare a parlare di Italia segnaliamo con piacere il seminario de “La Miscelazione Futurista” dell’autore del sito, Fulvio Piccinino, che ha presentato il libro anche in Germania ottenendo un  grande successo di pubblico.
convent futurismoFra i presenti molti italiani di Germania e di Inghilterra accorsi per sentire il verbo che riporterà in auge la miscelazione ed i prodotti del nostro magnifico territorio.
Molte delle aziende partner del progetto, Cocchi, Luxardo, Nardini, Strega erano presenti in un bel angolo dedicato dove per un paio d’ore sono state anche proposte delle polibibite del seminario, riscuotendo un grande apprezzamento da parte di stranieri ed italiani curiosi di assaggiare le misture provocatrici.
convent campariPresenti anche Fabbri, Pallini e Campari, quest’ultima con un grande stand dove si celebrava il Negroni.
La presenza italiana non si fermava ai soli futuristi ma si contavano grandi classici di questa kermesse come Lucano, Bordiga ed uno stand dedicato alla Gineprina d’Olanda, Imea, che ha riscosso, dopo il gin grandi apprezzamenti per il suo sapore unico, di noce moscata, cannella e chiodi di garofano,  in controtendenza rispetto al gusto imperante fatto di profumi delicati e floreali.
convent gineprinaUn gin “coloniale” tipico di fine 800 quando l’Italia conquistò il Corno d’Africa.
Parlando di aziende e partendo dai gin, il distillato del momento, la novità più interessante a livello di gusto sembrerebbe essere il Tonka Gin. Questa fava dal vago gusto di cacao, in passato usata come sostituto della vaniglia, è la spezia più in auge, per i produttori di questo distillato, come dimostrano i recenti lanci, ad esempio di Roby Marton in Italia.
Il gin con le sue molteplici declinazioni territoriali sembra il distillato che offre le maggiori possibilità di declinazione e personalizzazione da parte dei produttori e la tendenza andrà avanti per molto ancora.
I produttori tedeschi presenti ovviamente in massa propongono alcuni spiriti molto interessanti fra cui il Sifried, recensito nel sito, forse il più complesso ed interessante del lotto.
convent tonkaCome tutti gli anni i whisky scozzesi ed i whiskey americani sono presenti con proposte ottime ma con nessuna novità eclatante a livello di aziende. Il distillato egemone di alcuni anni fa, la vodka, fra cui si ricorda Beluga con un bellissimo stand, sembra tornare in auge grazie al successo, crescente, che continua riscuotere il Moscow Mule.
Conferme anche per lo stand del Sochu, il distillato ospite del 2014, dopo Pisco nel 2013, e Mezcal e Tequil nel 2012.
Sempre cordiali e disponibili i ragazzi dello stand giapponese con almeno 40 sochu in assaggio.
convent soshuSorprendenti al gusto con sfumature veramente incredibilmente floreali se si pensa alla materia prima di molti di essi, il riso.
Venendo all’ospite 2015, parliamo di cachaca, il distillato brasiliano, che vuole risorgere dalla mediocrità qualitativa che aveva caratterizzato la produzione industriale importata in Europa negli anni 80 e 90.
Il nuovo corso fatto di artesanal e premium sta dando nuova linfa a questo spirito che adesso profuma di canna da zucchero, di zucchero filato e miele.
convent cachacaCuriosamente allo stand non si poteva assaggiare la caipirinha, il grande classico che aveva portato al successo negli anni 90 il distillato.
Un cambio della tradizione ed una rottura verso il passato.
Volutamente i vari ambassador ed i barman presenti volevano enfatizzare come la cachaca fosse in realtà più versatile e poliedrica, in grado di reinterpretare altri cocktail.
Ovviamente la scelta sui twist da eseguire è caduta sui classici a base rum, il distillato più vicino alla cachaca del nuovo corso.
Infatti le più fini e fruttate erano molto vicine al naso ad un agricole francese.
Convent foto pubblicoNon è un caso che molti mastri distillatori siano francesi, provenienti da cognac e che alcuni di loro usino lieviti enologici.
In conclusione visitando due giorni il Convent per quanto molto meno ricco di novità rispetto al 2015 la sensazione è che il barman sia in grado di capire le tendenze, intuire nuove opportunità ed acculturarsi.
Per un’azienda il Convent rappresenta un modo per incontrare moltissimi importatori e distributori, particolare che manca a molte altre kermesse europee, per sviluppare il suo business.
Per questi due aspetti, complimenti agli organizzatori del Convent che in meno di un decennio sono riusciti a creare un evento, forse l’Evento di riferimento, imperdibile per ogni barman europeo. Ed i numeri di presenze sono li a dimostrarlo.

 

 

 

 

 

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