IMBIBE SHOW LONDRA 2014
IMBIBE SHOW LONDRA 2014
L’Imbibe show è il primo dei due eventi legati al mondo dei bar che caratterizzano la capitale inglese.
L’Imbibe è decisamente più commerciale rispetto al Boutique Bar Show, che come dice la parola stessa vede soli prodotti di una certa levatura e categoria.
La cosa che salta immediatamente agli occhi è. rispetto allo scorso anno è la presenza di un solo stand di abbigliamento con bretelle, papillon e coppole. Ed uno solo di attrezzature, con una proposta ridotta di spoon chilometrici e glass super costosi. Manca anche Cocktail Kindom.
Inoltre ci sono molte meno occhiali, barbe e baffi, segno che forse la moda hipster mutuata dai barman e del vintage a tutti i costi stia terminando?
Venendo ai prodotti l’Imbibe solitamente ha una grossa partecipazione di aziende enologiche di media grandezza e qualità. Gli eventi legati al vino a Londra sono altri, ma quest’anno un seminario recitava come il vino potesse essere la nuova frontiera della miscelazione.
VINO
A dimostrazione di questa volontà testing di vini spagnoli, portoghesi e dalle ex colonie inglesi scandivano la giornata allo show.
Parlando con gli operatori quasi tutti confermavano che in questo momento gli “Sparkling Cocktail” tengano in piedi business di importazione e bar, con una serie di declinazioni dello Spritz, ormai oggetto di twist e modifiche di ogni tipo.
Il gettonatissimo stand di Aperol, forse fra i più grandi e visitati della fiera ne era la dimostrazione.
Alcuni colleghi inglesi e tedeschi confermavano come ormai l’Aperol Spritz sia usato anche pasteggiando da molti clienti.
A dimostrazione del suo successo uno dei templi della birra in Belgio, visitato nel 2013, ovvero il bistrot di fronte all’Abbazia di West Malle aveva in carta un unico cocktail: l’Aperol Spritz. Visitato nel 2001 aveva solo ed esclusivamente le birre della casa….
Il successo in Alto Adige, Svizzera e Germania del sud dell’Hugo con liquore o sciroppo al sambuco sembra cedere il passo al Leo, la sua versione con il pompelmo rosa, leggermente più amara e decisamente più piacevole.
Il prodotto viene già confezionato pronto o fatto al momento, dimostrazione ne sia che tutte le aziende di liquori o sciroppi al pompelmo rosa stanno registrando un aumento delle vendite di questa referenza.
Sempre a base di vino un’interessante proposta arriva dal Cile, il Fresita: un Rossini prodotto con un buon spumante in autoclave metodo Martinotti e vero succo di fragole.
Normalmente questi prodotti sanno di “gelatina di frutta”ad indicare l’uso di aromi, in questo caso il vino è profumato ma non falso, con buona persistenza. Sicuramente migliore della metà dei Rossini bevuti in giro per i bar, spesso eseguiti con sciroppi…
BIRRA e SIDRO
Alcune decine i marchi di birra presenti, fra cui la Super Bock portoghese, marchio leader sul mercato nazionale, la Meantime di Greenwich con la sua strepitosa Indian Pale Ale.
Anche la birra mantiene una posizione di forza sul mercato dimostrando che le abitudini inglesi sono dure a morire anche di fronte all’avanzata della miscelazione nei locali alla moda.
Alcune micro birrerie propongono ottimi prodotti ormai vere chicche con aromatizzazioni particolari che, di fatto, possono essere considerati cocktail e che aumentano la complessità della bevanda.
Proporre una birra ormai impone una professionalità importante per via dei diversi stili, aromatizzazioni e metodi produttivi che sempre di più fanno diventare la birra un prodotto alternativo al cocktail.
Anche i locali alla moda, templi della miscelazione, stanno proponendo birre di nicchia, spesso con il loro marchio e ricetta.
Anche in questo caso Imbibe dimostra di seguire il trend con un seminario che parla di micro birrifici e nuovi prodotti.
Cinque marchi di sidro presenti a dimostrazione che il mercato del fermentato di mele c’è e funziona.
Marchi americani ed inglesi si contendono i consumatori.
Stand spaziosi (nella foto Lazy Jack’s) , e quindi costosi, dimostrano la voglia e la capacità di spesa di questi produttori.
Il concetto di bio sembra ormai imperare come l’enfatizzazione del processo produttivo naturale.
Da segnalare un masterclass sull’abbinamento cibo sidro che va al di la della classica crepes…
CUCUMBER BRINE OVVERO LA SALAMOIA DEI CETRIOLI
Prima di parlare dei distillati una nota particolare va ai due stand che proponevano con grande entusiasmo una salamoia di cetrioli.
Dopo la moda del cetriolo fresco messo ovunque, dal Gin Tonic al Moscow Mule, arriverà quella della sua concia? Sarà la nuova frontiera del Dirty Martini? Avremo un Dirty Manhattan o un Dirty Rob Roy all’aceto?
Quella che sembra essere la nuova tendenza del momento è un chupito di whisky irlandese, in questo caso Jameson, con la salamoia acidificata usata per la conservazione dei cetrioli.
Due piccoli shot da bere in sequenza.
La moda arriva dagli Stati Uniti ed è stata importata recentemente in Inghilterra.
Come possa funzionare non lo si sa, ma rimane un mistero come possa costare quasi 6 euro un litro di acqua aromatizzata, seppur di buona qualità.
Il gusto è assolutamente simile alla salamoia che noi conosciamo in Italia grazie alla Lidl che da sempre propone ottimi Gewurgurken, ovvero grossi cetrioli alle spezie fra cui spicca aneto, cipolla e semi di senape.
C’è una versione classica proposta dalla inglese Pickle House ed una più connotata di scuola americana.
In questo caso abbiamo al naso anche qualche spicchio d’aglio e scorze di arancia, mentre esiste anche una versione piccante con piccoli peperoncini.
Il nome di questa variante: Pickleback con tanto di teschio in etichetta…
Il risultato è interessante, ma rimane da capire come possa funzionare, specie in Italia.
Schiere di mixologist dopo aver elaborato vermouth sotto il banco e zuccheri aromatizzati, dovranno confrontarsi con la creazione di una buona salamoia di cetriolo?
GIN
Subito dopo i fermentati la piazza d’onore spetta al gin.
Le marche presenti sono molte, da segnalare Darnley’s, recente vincitore di premi con il suo Spiced, dalla buona complessità ed eleganza.
Pinkster il gin al lampone, dal bel colore rosa e dalla delicata fragranza, prodotto nelle distillerie della Greenall’s, il Gilspin’s dalla classica composizione botanica con sole otto piante ed infine il Langlet’s prodotto a Birmingham che anche lui richiama il ritorno alla tradizione.
Dopo i gin da profumeria con 20 ed oltre botanici la nuova tendenza sembra il ritorno, come ovvio, al classico ed alla tradizione, anzi spesso viene dichiarato un aumento della percentuale di bacche di ginepro…
In contro tendenza l’Ophir Gin molto speziato, con sentori di erbe e richiami orientali con un bel pack in stile Old India, con tanto di Tak Tak, il tipico calessino dell’Ape Car Piaggio usato in quei luoghi come taxi.
Ma la vera sorpresa è Tarquin’s una piccola realtà della Cornovaglia, un giovane produttore, dal look assolutamente informale che produce con un vecchio alambicco portoghese a fuoco diretto un gin profumato e territoriale.
Bello il pack con sigillo di ceralacca e l’etichetta numerata con le note di degustazione, ogni volta diverse a seconda del batch.
Le spezie cambiano con le stagioni, la distillazione a fuoco diretto crea piccole differenze che il produttore vuole comunicare per un vezzo legato al concetto di artigianalità. Le differenze sono minime ed il prodotto piace, vedremo come reagirà il mercato. In Italia sarà il gruppo Onesti ad importarlo con le prime bottiglie disponibili da fine settembre.
VODKA
Solo due anni fa lo show vedeva almeno dieci banchi dedicati alla vodka, oggi ci sono solo tre banchi monotematici, mentre nella maggiornaza la vodka è divenuta un “di cui” della proposta.
Come banchi singoli si distingue la Vestal, una vodka polacca di patate, già recensita due anni fa, che si distingue per un sapore connotante lontano dai prodotti neutri proposti dal mercato classico.
Profumi di liquirizia e bacche rosse, la d.o.c. di provenienza delle patate e bottiglie numerate per questa vodka distillata in colonna con un solo passaggio che lascia il liquido carico di fragranze aromatiche.
La vodka viene proposta anche nella versione brevemente invecchiata in legno conosciuta in Polonia come Starka, un prodotto tradizionale consumato nelle occasioni importanti.
Infine la Vodka Lamborghini con tanto di marchio, proposta con l’energy drink abbinato e la Firestarter una vodka classica, recensita lo scorso anno, con la bottiglia di metallo a ricordare un estintore.
ASSENZIO
Anche Londra, dopo Parigi vede la presenza di alcuni qualificati produttori.
La Distilleria Bugnon della Val de Travers del grande Claude Alain uno dei primi distillatori clandestini della zona a chiedere il ritorno legale del distillato e la Combier di Saumur con la sua proposta fatta di grandi classici come l’Esprit d’Eduard e l’Entete.
Finalmente assisteremo alla resurrezione di questo vituperato e vilipeso prodotto dal passato affascinante e da un presente che potrebbe presentarsi radioso a patto di lavorarci sopra seriamente senza fiamme e coloro sgargianti?
LIQUORI
La sorpresa riguarda ancora la Tarquin’s del sopra indicato gin che propone un eccellente Cornish Pastis, ovvero il classico aperitivo provenzale, molto diffuso anche nel sud Piemonte.
La proposta non ha nessuna base storica, non essendo mai stato consumato in Cornovaglia, ma la sola passione di Tarquinio, il quale si è innamorato del liquore durante un suo viaggio.
La ricetta è molto riuscita, veramente ottima, ma si scontra con una realtà locale che non conosce assolutamente il prodotto.
La possibilità, a mio personale giudizio, è di lavorare sul discorso legato alla personalizzazione dei cocktail con poche gocce di prodotto, così come spesso si faceva nei tempi andati con assenzi e pastis, sperando in un ampliamento del consumo classico anche in aree dove non si era mai utilizzato.
Il suo lancio in aree tradizionali si scontrerebbe, seppur contando su un prodotto di qualità, con una realtà locale qualificata ed agguerrita…leggi Bardouin o i grandi Pernod e Ricard…
Allo stand Combier un interessante liquore al tabacco americano della Louisiana profumato di cuoio e tè nero.
Prodotto perfettamente legale e certificato nonostante in passato prodotti analoghi siano stati ritirati, forse per via della distillazione e della successiva aromatizzazione. In passato durante la visita alla distilleria di Saumur non mi era stato possibile assaggiarlo proprio perchè il prodotto era in via di rielaborazione.
Il suo nome? Periquet e lo vedete nella foto in fondo alla pagina.
A livello tradizionale da segnalare gli ottimi prodotti della francese Lejay-Lagout produttore di uno strepitoso Creme de Cassis, la cui particolarità è di avere, oltre all’infusione di bacche rosse anche una percentuale di germogli della pianta che danno un tocco balsamico ed erbaceo al prodotto.
Piaccia o non piaccia questa sfumatura, la Riserva a 18 gradi è assolutamente di riferimento, non per nulla l’azienda dichiara di essere la detentrice della prima ricetta in assoluto della città di Digione.
Una critica: il pack della bottiglia molto povero, magari vintage, ma incapace di trasmettere l’eccellenza all’interno della bottiglia. Anche l’occhio vuole la sua parte, specie nel mercato di oggi.
VERMOUTH ED APERITIVI
Ultimo della lista dei prodotti il visti a Londra, il vermouth non si presenta all’Imbibe con nessuna novità, ma rimane al centro dell’attenzione con un seminario di Jared Brown e Anastasia Miller sul discorso dell’Home Made, che sembra l’ultima frontiera del prodotto e la riproposta di vecchie ricette di miscelazione.
La novità arriva invece da un prodotto aperitivo che sarà descritto poco sotto.
Il vermouth resta uno dei prodotti best seller in questo paese grazie alla miscelazione del passato che viene proposta ancora con ottimi risultati dai barman locali.
A livello di stand da segnalare quello del Vya del disponibile Andrew Quady che propone la classica gamma bianco, rosso e dry (il più valido) ed il Black Down inglese che pur chiamandosi vermouth viene proposto con una percentuale di fermentato di linfa di betulla.
Se il vermouth non presenta novità l’aperitivo ha un nuovo nato.
Si chiama Bold, ha un pack originale che richiama il secolo scorso, con in etichetta il classico uomo del baraccone del circo itinerante. Il suo bilanciere però è composto da due ciliegie, a ricordare la base di questo prodotto. Il produttore, Michael Fletcher, è un piccolo distilleria-opificio indipendente che al momento conta solo questo prodotto, ma che in futuro potrebbe lavorare su un gin.
Gusto particolare per questo aperitivo la cui ricetta richiama al passato pur essendo stata ovviamente rivista.
Ciliegie, cassia, elementi amaricanti e buona acidità ne fanno un prodotto interessante come “chicca” per un eventuale assortimento bar in un settore in crescita.
Il gusto, se vi piace il Cherry Brandy, sarà molto piacevole, visto che risulta meno stucchevole e con una buona acidità.
CURIOSITA’
Un inventore indiano ha presentato per il secondo anno consecutivo la sua macchina per fare i cocktail, rimodernata nella proposta. Si impostano le dosi a computer, si posizionano le taniche di prodotto e basta semplicemente schiacciare un pulsante per avere il cocktail pronto. Dopo i robot barman che nel recente passato hanno sfidato simpaticamente Dario Comini, il computer barman che si ripromette di far risparmiare uno stipendio nei locali molto affollati come le discoteche dove il bere bene non è alla base della proposta commerciale o durante eventi come concerti o nelle spiagge dei villaggi turistici.
Basta un bracciale con codice a barre o una monetina ed il cocktail è servito…
Infine la nuova frontiera del Tiki con un bicchiere con la testa del ex presidente del consiglio Berlusconi….
ALTRE FOTO DEI PRODOTTI SOPRA DESCRITTI