Tales Of The Cocktails New Orleans 2016
Il Tales Of The Cocktails è sempre una festa, per barman ed appassionati.
Una grande kermesse divertente e tutto sommato informale, se si esclude il gala finale, dove conoscere colleghi, entrare in contatto con realtà importanti, conoscere distillatori e produttori di liquori.
Moltissima gente, umanità varia, chi desidera solo bere e divertirsi chi vuole invece imparare, e le opportunità non mancano.
Nella città dei cocktail infatti si segnalano in molti bar giganteschi granitori da spiaggia contenenti imbarazzanti cocktail colorati riportanti nomi di pietre miliari della miscelazione internazionale. Ma se in Italia si griderebbe allo scandalo, con molte pagine di Facebook scatenate, qui nessuno sembra farci molto caso, tutti hanno una gran voglia di divertirsi ed ognuno fa come crede.
E’ il mercato ed ogni fascia va soddisfatta, talvolta bevendo un imbarazzante
Hand Granade, il cocktail da passeggio più gettonato di New Orleans, talvolta un buonissimo Manhattan seduto al tavolo di un grande bar d’albergo. E qui sta una delle cose più interessanti del Tales e di New Orleans in generale.
La cosa che stupisce di più è che alla sera tutti passeggiano con un cocktail in mano, dalla Bomba a Mano a pratiche borracce rosse o al classico bicchiere.
Il consumo avviene passeggiando, facendo lo struscio, come diremmo in Italia, e non solo ed esclusivamente al tavolo. Un modo nuovo di bere che forse nelle grandi città di mare italiane potrebbe attecchire.
Venendo alle cose più serie, e parlando dell’aspetto formativo e non sociologico, i seminari sono tantissimi, alcuni molto interessanti, altri meno, con argomenti che spesso lascerebbero indifferenti i barman italiani ma che invece hanno grossi riscontri di pubblico, uno su tutti l’uso dell’uovo nel cocktail.
Un seminario sembrerebbe eccessivo per un argomento, ma ormai se non sei un chimico non puoi fare il barman, e gli americani lo hanno capito con la vittoria del libro Liquid Intelligence dello scorso anno.
Seminari sullo scioglimento del ghiaccio progressivo, molecole che si combinano, zuccheri diversi, ormai il mondo del cocktail non sarà più lo stesso. In realtà poi si scopre che in realtà il seminario è anche un occasione per ridere e divertirsi.
Quella del divertirsi imparando è una costante nei seminari americani.
L’autore del sito, Fulvio Piccinino ha tenuto un seminario con Philips Duff sul Ferrochina, la sua storia, la sua produzione e l’importanza che esso ha avuto per la liquoristica italiana ed i consumatori.
Moltissime nozioni, citazioni di libri, ma al contempo la necessità di intervallare battute e doppi sensi per rendere fruibile a tutti il seminario.
Duff, maestro in queste cose ha alternato il ruolo di spalla a quella di mattatore.
La sala più grande del Tales è stata riempita ed è stata una grande soddisfazione per Pallini ed il suo Ferrochina Baliva, sponsor dell’evento.
Altri seminari seguiti sono stati quelli sul vermouth, sull’uso suo e del bitter nella miscelazione classica e sul Jenever olandese.
E qui sorprende l’assenza dei prodotti e dei produttori italiani, escluso Cocchi che ha partecipato a Spirits of Italy. Il Tales aveva un seminario sui vermouth spagnoli e non uno sul Vermouth di Torino, in odore anche di tutela europea.
Venendo al su menzionato evento, “Spirits of Italy” questo è stato organizzato puntualmente da Gallo e Lanfranconi, ed ha visto, in una magnifica location, la presenza di alcune delle aziende più rappresentative per la liquoristica e la distillazione, Luxardo, Cocchi, Nardini, Strega, Toschi, Zabov, Pallini, Varnelli e Lucano.
Durante questo evento c’è stata l’incursione futurista che ha visto Cinzia Ferro, vincitrice della competizione Record Nazionale per il migliore miscelatore futurista italiano, e Fulvio Piccinino, che insieme a Roberto Bava, ha presentato la ristampa di Miscelazione Futurista. Questo libro, divenuto ormai una pietra miliare per la miscelazione italiana, due anni prima aveva entusiasmato gli americani in un riuscitissimo seminario e che nel 2015 era stato incluso nella lista dei libri in premiazione al Tales.
Gli americani sono stati nuovamente favorevolmente impressionati. Numerose le copie firmate, una delle quali finita nelle mani di mr Wondrich che da sempre ama l’Italia ed il suo stile.
Parlando del Tales in generale la cosa più interessante in assoluto è stato l’evento “Meet the Distillers“. Molti i distillati rappresentati, tutti con i loro master, con alcune cose curiose.
La partecipazione a questa grande degustazione permette di carpire le tendenze del prossimo mercato e capire lo stile produttivo americano e non solo.
Bourbon ovviamente in testa alla classifica, seguiti ormai dagli immancabili gin e vodka.
I giovani distillatori in attesa che il whiskey maturi ormai si sono buttati su questi due white spirits per fare subito cassa.
Ottime tequile, whiskey rye, mezcal e rum ma sorprende la presenza di amari e liquori americani.
Visto il successo della tipologia, saldamente in mano agli importatori di prodotti italiani, alcuni produttori americani, spesso di origine italiana, millantano, è il caso di dire, ricette ed infusi della nonna, cercando di ritagliarsi una quota di mercato. Prodotti ben eseguiti, ma spesso troppo dolci e senza anima.