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Tales Of The Cocktails New Orleans 2014

incipit nolaIl Tales Of The Cocktails di New Orleans è l’evento bartending più importante del mondo ed è inutile sottolineare ancora una volta la sua bellezza e complessità di argomenti.
Nel caso specifico a ottobre verrà pubblicato un pezzo a mia firma su questa kermesse pertanto il reportage qui di seguito si limiterà a parlare di prodotti e degustazioni, che in parte ritroverete anche nelle pagine di Saperebere nei paragrafi dedicati.
Non parlerò infatti in questa sede dei seminari, sia quello futurista che gli altri a cui ho assistito per lasciare i commenti all’articolo di approfondimento, invero molto interessante come spunti.
La cosa che rimane impressa è comunque la grande organizzazione, la precisione lavorativa dei barman volontari del back stage e l’estrema cordialità e voglia di divertimento che contraddistingue gli organizzatori.
Venendo invece alla kermesse, la prima sensazione è quella della forte presenza di micro distillerie alla manifestazione, un vero e proprio assalto con quasi 70 produttori. Molti di questi, comprese anche altre realtà artigianali sparse per il mondo, hanno organizzato un bel banco di degustazione dove incontrare i produttori, denominato “Indie Spirits” corredato anche dal sottofondo di musica ovviamente sempre indie…
rum nola_IGP0462 webLa voglia di chilometro zero, di territorio dell’americano medio, da sempre fortemente legato alla sua terra si riflette nella grande proposta di whisky, bourbon, rum, gin e vodke prodotti dal Michigan al Texas.
Non conta la materia prima, conta l’area produttiva, il terroir.
In Europa si coltiva Cabernet Sauvignon ovunque, dall’Italia alla Romania e si esaltano le caratteristiche territoriali di ogni vino.
Si parla della complessità del vitigno in grado di “leggere” clima e minerali del suolo, così gli americani producono vodke di patate e di cereali a Brooklyn, rum di melassa nel Michigan e nei sobborghi di New York, whisky d’orzo e non rye o corn in Texas.
Conta l'”aria” che si respira, il metodo produttivo, rispettoso e di alto profilo.
Il distillato diventa espressione del territorio e disseta i suoi abitanti con un prodotto locale, che fa rimanere, in buona sostanza, i soldi all’interno della comunità.
Questo fenomeno è altresì possibile poiché la legge americano, pur molto rigida ed esosa sotto il profilo delle tasse, risulta piuttosto libertaria in termini produttivi e di licenze utif.
gin new holland_IGP0480 webIn Italia il fenomeno delle micro distillerie, già una realtà in Europa con Inghilterra e Germania a guidare la corsa, è praticamente impossibile, per via dei magazzini daziari, licenze utif e cavilli amministrativi.
Godiamoci quindi il rum Owney’s di New York prodotto da Bridget, una bionda master distiller, il pungente gin della Knickerbocker della New Holland sul lago Michigan, la vodka Bootlegger ed i prodotti della Corsair, in special modo i gin, tutti recensiti nelle pagine del sito.
I quattro giorni di festa oltre che i seminari ci regalano anche una serie di degustazioni all’interno dei bar storici e non della capitale della Louisiana.
C’è il vermouth di Noilly Prat, con l’ottimo Ambree con padrone di casa Giuseppe Gallo ed il Cocktail Bar Fight dove si confrontano a colpi di drink alcuni team dei bar più titolati d’America e non solo.
corsairs ginE’ l’occasione per bere qualche cocktail innovativo e di pregevole fattura fermo restando che oramai la sensazione è che sia diventato sempre più difficile non creare cocktail con meno di 5 ingredienti.
Una nota finale sul vermouth e gli amari.
Il Tales ci presenta solo 3 case di vermouth molto diverse fra loro, dopo che il 2013 aveva visto una presenza, almeno italiana ben superiore.
La moda non è passata anzi, la voglia di miscelarlo rimane, ma forse la crisi e un attenzione ai costi ha limitato la presenza delle aziende.
Le aziende rimase sono: Martini con Noilly Prat, la Cocchi che ha supportato il seminario futurista insieme a Tassoni, Pallini e Strega e l’americana Vya del sig Quady.
Quest’ultimo fra l’altro ha creato un buon aperitivo per la presenza di ottimo cibo facendo assaggiare il primo vermouth “bag in box”.
La vera festa però si svolge per strada dove un fiume di gente cammina vociando e ridendo con in mano cocktails dal nome e dal bicchiere inquietante che poco rende alla tradizione secolare della miscelazione della città.
La città che diede i natali al Sazerac oggi vede camminare i ragazzini con in mano una sorta di pitale verde a forma di bomba a mano allungata, sorbendo appunto l”hand granade” sui cui ingredienti non ho voluto indagare.
La festa è diffusa per le vie, così come la manifestazione, che a differenza di quelle europee che hanno un luogo chiuso per celebrarle, qui si svolge in due alberghi il Monteleone ed il Royal Sonesta.
I due hotel molto lussuosi e molto ben organizzati sono separati da alcune centinai di metri in cui si deve camminare nuovamente immersi nella movida della città.
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